Come molti sanno sto insegnando una classe di Digital Marketing per la prestigiosa University of California, Berkeley. In questo corso parlo a lungo di SEO (Search Engine Optimization). Ho quindi deciso di fare alcuni semplici esperimenti di SEO con alcuni post del mio blog per testare le implicazioni di alcuni principi che insegno nel corso. Ho fatto molto SEO in passato, ma è la prima volta che provo ad ottimizzare in modo spinto un content che non sia di e-commerce.
Esperimenti di SEO
Dunque, ho iniziato con un blog post su un tema di botanica a me caro, le galle. Il post, scritto in italiano, era poco popolare su Google. Aveva un titolo boring “Le galle, un mondo tra botanica ed entomologia“. Nel processo di ottimizzazione SEO tra le varie modifiche ho cambiato il titolo in qualcosa più sparkling “Cosa sono le galle? Un misterioso mondo tra botanica ed entomologia“.
In pochi giorni il post è salito alla seconda posizione per molte keywords (di nicchia) sulle pagine di Google Search. Ho fatto una secondo esperimento con un mio blog post dedicato ad un tema di storia locale. Ho spudoratamente rimosso ogni cautela nella formulazione del titolo e del sommario, trasformando ogni affermazione cauta o che lasciasse trasparire un dubbio, in certezze assolute. Un piccolo disservizio alla storia ma un approccio vincente con Google Search! Il post sta rapidamente scalando le classifiche di Google Search (sempre per keywords di nicchia, ovviamente).
Cosa ho imparato, oltre al SEO
Per guadagnare visibilità su Google SERPs (Search Engine Results Pages) bisogna adottare titoli aggressivi, eliminare i distinguo, i dubbi e le precisazioni. Non c’è spazio per un pensiero complesso. La linea tra carnefici e vittime può solo essere netta, mai sfuocata. Se la mia audience sa poco di un argomento, devo raccontargli che è un mistero, anche se non c’è nulla di misterioso. Devo fingere di avere certezze assolute, per cui la frase “tra le 400 e le 700 vittime” deve diventare banalmente “700 o più vittime“.
Le responsabilità di Google
Ci dobbiamo ricordare che i contenuti che Google ci propone ai primi posti quando facciamo una ricerca, ha subito un processo di ottimizzazione, semplificazione ed estremizzazione analogo al processo con cui ho modificato i titoli dei miei post. Quando si esce dalle keywords di nicchia, la competizione per raggiungere la prima pagina di Google è durissima e feroce. Per i temi più popolari, i contenuti in prima pagina su Google sono contenuti che hanno spinto all’estremo questo processo. Le ottimizzazioni, anche quando fatte in buona fede, finiscono per promuovere fenomeni come l’estrema polarizzazione delle opinioni, l’esplosione delle teorie complottiste, e stanno distruggendo l’apprezzamento per il “dubbio“, un componente fondamentale dell’intelligenza umana.
Eh già! La scalata ai vertici della SERP è fatta di attenzione ai dettagli. Bisogna spingere con titoli accattivanti e fare un’analisi delle keywords se si vogliono avere grandi risultati. Ma una digital strategy ben fatta non pone limiti ai risultati che si possono ottenere !