Puntare la ruota della mia fedele Kawasaki Versys 1000 LT verso l’Oregon e il selvaggio nord americano! Questo è il tema della mia ultima escursione motociclistica.
Siamo a metà maggio, l’estate si avvicina, ma il caldo californiano ancora non è arrivato. È il momento perfetto per spolverare la Kawasaki Versys, dare un po’ d’olio alla catena e puntare in direzione nord verso l’Oregon. L’aria è tiepida e il tempo perfetto per un’escursione motociclistica.
Day 1: da San Francisco a Klamath, OR
Il primo giorno tutto va per il meglio. Guido la Kawasaki Versys 1000 per lunghissimi e piacevoli chilometri con l’obiettivo di avvicinarmi al confine con l’Oregon. I primi chilometri attraverso luoghi familiari poi lentamente mi ritrovo in territori nuovi, mai esplorati prima. Il motore gira perfettamente con il tipico ronzio del quattro cilindri. Molti motociclisti preferiscono il rombo sensuale dei due cilindri, a me invece il suono discreto e rassicurante della Kawasaki piace. Mi aiuta a immergermi nel paesaggio.
Per lunghi tratti la Highway 101 è deserta. Incrocio solo qualche pickup e pochi motociclisti che dalla loro Harley-Davidson mi salutano gentilmente.
Per lunghi tratti la Highway 101 è deserta. Incrocio solo qualche pickup e ogni tanto un motociclista che dalla sella della sua Harley-Davidson mi saluta gentilmente. Gran parte del percorso è all’interno. Verso fine pomeriggio avvicinandomi alla costa scopro che il cielo si fa più nuvoloso e la temperatura scende rapidamente. Nulla che fermerebbe un vero motociclista ben attrezzato, ma che mi coglie un po’ impreparato. Mi fermo a dormire a Klamath, un piccolo villaggio in una riserva indiana situato alla foce del fiume Klamath. Ignoro l’immancabile casino’ (quasi ogni riserva ne ha uno) optando invece per una corsetta ad esplorare la zona dell’estuario. Qui tutto è verde, selvaggio e la presenza umana appena percettibile. Sulla striscia di sabbia che chiude la bocca del fiume un centinaio di foche si riposano indisturbate.






Day 2: da Klamath a Rogue, Oregon
Il secondo giorno il tempo peggiora, il sole proprio non ne vuole sapere di farsi vedere e la temperatura scende un altro po’. Con il mio entusiasmo che rimane elevato, mi rimetto in strada e attraverso il confine con l’Oregon poco oltre Crescent City. In questa parte di costa la Highway 101 attraversa grandi foreste di sequoie immerse in una gelida nebbia che gradualmente penetra attraverso il mio giaccone e i molteplici strati con cui tento di mantenermi caldo. Quando raggiungo la cittadina di Gold Beach, sono congelato e devo ammettere che non sarebbe saggio proseguire in quelle condizioni. Meglio provare a spostarmi verso l’interno dove Google mi conferma troverò temperature più miti. Ad un piccolo supermercato mi compro un’altra felpa da indossare sotto la giacca da motociclista, mi riscaldo con una scodella di clam-chowder e riparto in direzione sud per rientrare in California. Ri-attraverso il confine e a pochi chilometri da Crescent City, infilo a sinistra la Route 199. Già dopo pochi chilometri la temperatura è di nuovo gradevole e il cielo si apre lasciando passare qualche spiraglio di sole. La 199 è una lunga strada che dalla costa punta verso gli altipiani a nord-est. È un percorso spettacolare che attraversa valli tortuose e foreste interminabili per portarmi infine a Grants Pass. Sono di nuovo nello stato dell’Oregon. La cittadina di Grants Pass si trova a fianco della Highway 5 e, nel caso il tempo peggiorasse, mi offre la possibilità di un relativamente rapido rientro verso casa. Pernotto poco lontano, nella simpatica località di Rogue River. Qui la temperatura è mite. La sera mi infilo pantaloncini e maglietta ed esco per una corsetta lungo il Rogue River godendomi il paesaggio e l’aria tiepida.








Il Mount Shasta raggiunge un’altitudine di 4321 metri (14,179 piedi).
Day 3: da Rogue a Reddings
Il terzo giorno, rimanendo il tempo incerto, punto nuovamente verso il confine per rientrare in California. Prima di lasciare l’Oregon mi fermo ad Ashland per un caffè. E’ una piccola cittadina famosa perché ospita l’Oregon Shakespeare Festival. La vallata attorno è splendida, verdissima e selvaggia, ma trovo Ashland abbastanza insignificante. Per allontanarmi dalla monotonia della Highway 5, punto di nuovo ad est, verso il Lassen Volcanic National Park. Conto di fermarmi nel parco per la notte. Alcune strade che entrano nel parco sono ancora chiuse per le abbondanti nevicate dell’inverno appena finito. Percorro un centinaio di chilometri senza trovare né un hotel né un albergo. Mi tocca continuare a guidare fino a Reddings dove arrivo solo la sera tardi. Fortunatamente riesco a trovare una stanza in cui trascorrere la notte. Decido di festeggiare questo prematuro rientro nella civiltà con una buona IPA californiana, la mia birra preferita.




Day 4: da Reddings a Berkeley (home)
Il quarto e ultimo giorno lo dedico interamente al rientro coprendo l’ampia distanza che ancora mi separa da casa. Scendendo lungo la Highway 5 non posso non fermarmi da Granzella’s. Si tratta di un complesso con albergo, ristorante, negozio e parcheggi che sorge a fianco all’autostrada nel mezzo della campagna californiana. Come il nome suggerisce, di proprietà di una famiglia italo-americana. Il bar è ospitato in un gigantesco salone in legno con i muri e il soffitto tappezzati da centinaia di autentici trofei di caccia provenienti da tutto il mondo. C’è persino una coppia di tristissimi orsi bianchi impagliati alti quasi 3 metri e protetti da una teca di vetro. Il bar è collegato al vasto negozio di prodotti italiani. Nell’insieme un’esperienza forse non troppo positiva, in particolare per chi non ama la caccia come me, ma assolutamente imperdibile. Risalgo in moto. In autostrada i chilometri scorrono rapidamente e fortunatamente il tempo regge. In serata finalmente arrivo a casa dove il mio tour si conclude felicemente. Sono perfettamente asciutto. Sono stato fortunato, oltre 1000 miglia percorse e tutto è andato per il meglio senza alcun inconveniente o imprevisto.


Il ponte è stato progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava.
Mappa del percorso
Distanza percorsa: 1840 km (1145 miglia)
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Pensavo avessi scritto 1000 miglia giusto per dire “tanta strada” e invece hai fatto davvero un mucchio di km! Gran bel giro davvero. Ho notato (forse sarebbe meglio dire “non ho notato”)
gente in giro. Strade deserte oltre che paesaggi e luoghi incantevoli. Una corsetta comunque non te la fai mancare nemmeno dopo un giorno intero in sella.
Le mie gambe non amano molto passare dalla sella della Kawa alla corsetta, ma l’opportunità di contatto con i luoghi che offre la corsa e’ unica. Per cui vale certamente un piccolo sforzo.