Vecchia casa nel centro di Montalto Pavese.

Pedalare nell’Oltrepò Pavese in autunno

L’ottobre di questo 2017 è stato incredibilmente caldo e asciutto. Un clima che mette ansia se lo pensiamo come conseguenza del global-warming ma che offre opportunità per qualche giro in bicicletta prima che l’inverno arrivi ad abbassare le temperature e a ridurre ulteriormente le ore di sole.

Ho recentemente trascorso alcuni giorni nell’Oltrepò Pavese e ne ho approfittato per esplorare queste splendide colline lombarde, ovviamente in bici. La fortuna mi ha aiutato non solo con il tempo ma anche mettendomi inaspettatamente a disposizione una bella e gloriosa bicicletta vintage del 1993, una Bottecchia, il modello usato in quell’anno dall’allora famoso team ciclistico professionale ZG-Mobili. La Bottecchia vintage si addice perfettamente al clima ottobrino di questi giorni, fatto di colori sbiancati dal cielo leggermente nuvoloso. Pedalare sulle tortuose stradine dell’Oltrepò, spostandomi da una collina all’altra con la piacevole alternanza di salite e discese tipica di queste strade, mi dava la sensazione di rivivere un po’ degli anni gloriosi del ciclismo italiano, di respirare l’aria di quei momenti entusiasmanti fatti di grandi personaggi e di grandi fatiche. Non sono abbastanza vecchio per aver vissuto quegli anni, ma le immagini bianco e nero di questi eroici ciclisti sono ineluttabilmente impresse nel nostro immaginario collettivo. Certo i miei ritmi non sono in alcun modo paragonabili a quelli dei grandi ciclisti del passato, ma la sensazione era comunque forte e mi ha riempito il cuore.

Mi piace enfatizzare il piacere della pedalata, godere del paesaggio, e gustarmi la lenta esplorazione dei luoghi attraversati.

Con un approccio rilassato alla bicicletta, mi piace enfatizzare il piacere della pedalata, godere del paesaggio, e gustarmi l a lenta esplorazione dei luoghi attraversati. Quasi nessuna preoccupazione per la prestazione, o i tempi di percorrenza. Con questa attitudine da slow-biker ho percorso una sessantina di chilometri partendo da Casteggio, raggiungendo l’invaso di Trebecco in provincia di Piacenza e poi tornando al punto di partenza. Le strade erano quasi completamente deserte, come pure i pochi paesini attraversati. Un percorso vissuto in una sorta di solitudine che ha dato sapore e colore ad ogni mia pedalata e mi ha sorpreso con un sempre nuovo paesaggio nascosto dietro ogni curva.

Quelle che seguono sono alcune delle foto che ho scattato. Come ho detto, i colori non sono smaglianti come quelli delle mie escursioni ciclistiche in Valtellina (Valfontana e Ambria), ma altrettanto affascinanti e certamente più evocativi.

Un’ultima nota per chi volesse avventurarsi sulle colline del Pavese: fate attenzione perché in questa zona le strade non sono in genere ben tenute. Dietro ogni curva potrebbe nascondersi una buca o una pericolosa irregolarità dell’asfalto.

L’escursione in bicicletta nell’Oltrepò Pavese

Le colline dell'Oltrepò Pavese in una mattinata ottobrina
I colori delle colline dell’Oltrepò Pavese in una mattinata ottobrina
Località Castello, Rocca de Giorgi
Località Castello, Rocca de Giorgi
Un'altra sosta per godere del panorama delle colline dell'Oltrepò Pavese
Un’altra sosta per godere del panorama delle colline dell’Oltrepò Pavese
Questa e' la zona in cui si produce in particolare il Pinot Nero dell'Oltrepò
Questa è la zona in cui si produce in particolare il famoso Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese
Le strade che si inerpicano sulle colline dell'Oltrepò offrono un susseguirsi di paesaggi sempre diversi.
Le strade che si inerpicano sulle colline dell’Oltrepò offrono un susseguirsi di paesaggi sempre diversi.
Il confine tra la Lombardia e l'Emilia-Romagna e' marcato da un enorme cartello che indica che stiamo lasciando la provincia di Pavia ed entrando in quella di Piacenza
Il confine tra la Lombardia e l’Emilia-Romagna è marcato da un enorme cartello che indica che stiamo lasciando la provincia di Pavia ed entrando in quella di Piacenza
Un tratto della strada provinciale che porta verso il lago di Trebecco
Un tratto della strada provinciale SP412R che porta al Lago di Trebecco
La diga di Molato che da' luogo al lago di Trebecco. La diga e' percorribile solo in alcune ore della giornata.
La diga di Molato che da’ luogo al lago di Trebecco e che in questi giorni è quasi completamente vuota. La diga è percorribile solo in alcune ore della giornata.
E' possibile percorrere il tratto del Sentiero della Val Tidone che gira attorno al lago di Trebecco. Visto il fondo ghiaioso, probabilmente una MTB sarebbe piu' adatta di una bici da strada.
È possibile percorrere il tratto del Sentiero della Val Tidone che gira attorno al lago di Trebecco. Visto il fondo ghiaioso, probabilmente una MTB sarebbe più adatta di una bicicletta da strada.
Molto interessante l'architettura della Diga del Molato, realizzata nel 1921 e fu progettata dall'ingegner Augusto Ballerio
Molto interessante l’architettura della Diga del Molato, realizzata nel 1921 e che fu progettata dall’ingegner Augusto Ballerio e da Guido Comboni.
La strada provinciale 203 ci riporta dal lago di Trebecco verso Casteggio con una bella salita
La strada provinciale 203 ci porta dal Lago di Trebecco verso lo spartiacque che ci separa da Casteggio con una bella salita
Da Carmine una lunga discesa ci riporta a Casteggio
Da Carmine una lunga discesa ci riporta infine a Casteggio

La mappa del percorso

Ho reso pubblico anche il percorso con i miei tempi di percorrenza registrato con Strava.
Distanza percorsa: 61 km
Dislivello: 1’019 m

La bicicletta, una Bottecchia del 1993

Ho pedalato lungo questo percorso con una gloriosa Bottecchia del 1993, il modello usato dal famoso team ZG Mobili.

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