Correva il lontano il 1971 e già con il mio carissimo amico Andrea Basci pianificavo una nuova rivoluzione industriale, quella dell’auto elettrica. Ancora non lo sapevamo, ma avremmo dovuto attendere oltre 40 anni prima che la nostra visione diventasse realtà grazie a imprenditori come Elon Musk (Tesla). I nostri mezzi erano limitati, almeno tanto quanto le nostre competenze tecniche, ma le ambizioni certo non mancavano.
Questo è il resoconto dettagliato del nostro primo (e unico) esperimento condotto nell’ideazione e realizzazione di un’auto elettrica. Purtroppo, come si può leggere dal resoconto scritto, l’esperimento venne bruscamente interrotto e non venne più ripreso.

Nel leggere queste pagine di quaderno della scuola elementare mi hanno colpito un paio di cose:
- Il concetto del mezzogiorno viene descritto in queste poche righe come qualcosa di assoluto. In un piccolo paese, per due bambini che abitano a pochi metri dal campanile, il mezzogiorno non è definito dalla lancetta dell’orologio, ma dai rintocchi della campana. Il mezzogiorno suona, diventando un fatto oggettivo, impossibile da ignorare. Non ci si può nascondere dietro a scuse come “non ho controllato l’orologio” oppure “ero distratto“. Il suono del mezzogiorno è un fatto ineludibile e impossibile da ignorare come un temporale o la notte che si avvicina.
- Ai due bambini di 9 anni protagonisti di questo racconto era già perfettamente chiaro che il pranzo di mezzogiorno è per la famiglia un momento sacro, inviolabile. Tanto importante che anche il progetto più eccitante e coinvolgente deve essere abbandonato per correre a casa per il pranzo di famiglia. Non ricordo, ma posso immaginare che queste corse improvvise verso casa abbiano generato al momento frustrazione o persino rabbia, ma nel lungo termine sono sono felice di essere cresciuto con questo valore profondo del pranzo o cena di famiglia vissuti ogni giorno come momenti sacri tanto importanti da scavalcare qualunque altra attività fosse in corso.