Juri Semionov non è certamente uno storico tradizionale, osservatore imparziale e super-partes. Nello scrivere La storia della Siberia, Juri non si trattiene dall’inserire commenti personali, battute ironiche e considerazioni di presunto buon senso ben lontane dall’essere scientifiche o oggettive. Il risultato è un testo non accademico, forse inaffidabile, ma comunque accattivante, coinvolgente e ricco di personaggi al limite dell’incredibile. Viene da domandarsi se veramente i russi siano questo pericoloso mix di genio, pazzia e violenza come Juri vorrebbe farci credere. L’aspetto negativo principale del volume, già notato da altri recensori, è la carenza di mappe geografiche che, per chi come me non ha grande familiarità con la geografia dello sconfinato territorio russo, renderebbe la lettura più fluida ad aiuterebbe il lettore ad avere un’immagine visuale degli avvenimenti descritti.
Nella Storia della Siberia, l’autore inserisce commenti personali, battute ironiche e considerazioni di apparente buon senso ben lontane dall’essere scientifiche o oggettive
Le numerose immagini presenti nel testo sono messe un poco a casaccio con connessioni non sempre ovvie con il testo. Suppongo che di questo si debba incolpare l’editore italiano non certo il povero Juri. Le poche mappe presenti sono o illeggibili oppure in cirillico. Anche in questo volume, come in molte altre pubblicazioni italiane, sono evidenti problemi legati al budget limitato con il quale questo volume presumibilmente è stato realizzato.
Ho trovato estremamente interessante scoprire quanto il far-west russo fosse diverso dal far-west americano. Difficile dire quale delle due frontiere fosse migliore, . Ma entrambe sono frontiere e condividono in tutto lo spirito di esplorazione e avventura.
In conclusione un volume molto piacevole e interessante alla lettura anche se probabilmente farebbe inorridire molti storici moderni.