Articolo pubblicato nell’aprile1996 sulla rivista valtellinese Viceversa

Tutti i giorni abbiamo tra le mani quotidiani, riviste e libri. Forse non ci abbiamo mai badato, ma un articolo di una rivista ed un romanzo hanno in comune una semplice e forse banale caratteristica: sono strutturati per essere letti in modo strettamente sequenziale, cioè iniziando dalla prima frase e proseguendo, frase per frase, sino all’ultima.
Prima del cominciamento del percorrere, non c’è nulla, percorso o che si stia percorrendo, dove possa cominciare il percorrere. Il percorrere, d’altro lato, come può cominciare nel non percorso?
Nagarjuna, Le stanze del cammino di mezzo
In realtà, leggendo un romanzo giallo, a volte andiamo direttamente all’ultima pagina per scoprire in anticipo l’assassino, oppure ignoriamo interi paragrafi di un articolo ricercando direttamente quelli che contengono l’informazione di nostro interesse. Queste modalità di lettura sono poco rispettose delle intenzioni degli autori che, quasi certamente, hanno pensato e realizzato il testo per una lettura sequenziale.
Non tutti gli scritti presentano il vincolo della sequenzialità, esistono anche testi espressamente destinati ad una lettura irregolare e diversificata: gli esempi più noti sono i vocabolari, le guide telefoniche e le guide turistiche. Usualmente utilizziamo questi documenti andando direttamente ad una specifica e limitata parte del testo. Se ad esempio abbiamo tra le mani un volume delle Pagine Gialle, una semplice ricerca per categorie e poi alfabetica, ci consente di raggiungere un nominativo senza essere costretti a leggere tutti i quelli che nel volume lo precedono. Raggiunta la parte del documento che a noi interessa, possiamo terminare la consultazione oppure ripartire con un’altra ricerca. Questa modalità di accesso a sotto-parti specifiche di un testo è solitamente indicata, con una espressione presa in prestito dal gergo informatico, come accesso diretto.
Esiste infine un’altra categoria di documenti: sono i testi strutturati per un accesso diretto che, con riferimenti, glosse e note a piè di pagina, invitano il lettore a proseguire nella lettura di altre aree del medesimo o altri testi. L’esempio più noto sono le enciclopedie: consultando una voce, non solo è possibile leggere il breve testo descrittivo ed osservare le illustrazioni, ma si hanno a disposizione anche una serie di riferimenti ad altre voci presenti nel medesimo volume o in altri volumi del medesimo testo. È possibile, a questo punto, proseguire nella consultazione seguendo una qualunque di queste voci, trovando altri riferimenti, e così via, lungo un percorso totalmente personale e personalizzato. Ecco che il testo ha perso le caratteristiche di inscindibilità e sequenzialitá per divenire un insieme strutturato di informazioni testuali e grafiche visitabili con infiniti percorsi.
Un testo, come quelli descritti, che non ha il vincolo della sequenzialitá e che presenta un reticolo di riferimenti che ne collegano le varie parti, è detto ipertesto (hypertext), termine coniato da Ted Nelson alla fine degli anni 60. Nello scartabellare da una voce all’altra, ad esempio, un’ipertesto enciclopedico, percepiamo che il ruolo del lettore di ipertesti è profondamente diverso rispetto a quello del lettore di un tradizionale romanzo. Nel leggere un romanzo scorriamo con gli occhi l’insieme delle lettere che costituiscono il testo scritto e ne interpretiamo il contenuto. Nella lettura di un ipertesto, oltre a queste due attività, assumiamo un ruolo maggiormente attivo scegliendo il percorso di lettura: siamo noi lettori a selezionare liberamente i riferimenti da seguire.
L’autore di un ipertesto non vincola ad una lettura sequenziale della propria opera lungo un cammino narrativo prestabilito: si limita a proporre percorsi diversificati entro cui i lettori possono muoversi liberamente. Con pochi riferimenti un ipertesto può arrivare ad offrire un numero di percorsi talmente elevato da sfuggire completamente ad ogni previsione e controllo da parte dell’autore che lo ha generato.
Oltre alle enciclopedie sono oggi disponibili in forma ipertestuale la gran parte delle pubblicazioni su Compact Disc e alcuni volumetti a carattere ludico che propongono avventure in ambientazioni storiche e di fantasia (collana LibroGame, edizioni Elle). Solamente alcuni narratori e romanzieri hanno provato a saltare il fossato cimentandosi in un iper-racconto o un iper-romanzo, divenendo iper-autori.

di J. Butterfield, D. Honigmann e P. Parker
Fino a pochi anni fa, l’unica possibile forma di pubblicazione per gli ipertesti era il volume cartaceo. La lettura di un iper-romanzo avrebbe dunque comportato, oltre l’attività intellettiva propria della lettura, anche una discreta attività manuale per sfogliare le pagine e raggiungere le varie parti dell’ipertesto. La tecnologia informatica ci è venuta in aiuto: sostituendo il foglio di carta con lo schermo di un computer, oggi è possibile leggere un ipertesto, lasciando che sia il computer a scartabellare nelle pagine presenti nella propria memoria, mostrando a video le parti del testo richieste dal lettore. Non solo viene risparmiata al lettore la fatica di sfogliare pagine e pagine ma, grazie a mouse e tastiera, egli può selezionare i riferimenti e seguirli con grande facilità e rapidità.
Gli strumenti per diventare iper-lettori dunque ci sono. Anche se l’osservare lo schermo di un computer non potrà mai trasmettere sensazioni paragonabili a quelle che comunica un vero libro carico di storia, tradizione e fascino, bisogna riconoscere che la letture “elettronica” è decisamente efficiente e pratica per esigenze ipertestuali.
L’iper-romanzo
Se pochi scrittori hanno provato a scrivere un iper-romanzo, cioè un ipertesto di carattere narrativo è perché gli ipertesti sono ancora oggi un territorio noto quasi esclusivamente a professionisti ed appassionati di computer e in gran parte inesplorato o sottovalutato dai veri romanzieri e narratori.
Cosa potrebbe offrire di più o di diverso ad autori e lettori un iper-romanzo se comparato ad un romanzo tradizionale? Probabilmente un nuovo strumento espressivo, una tecnica nuova con cui organizzare un racconto e moltiplicare le possibili modalità e sequenze di lettura. Quindi una nuovo spazio espressivo per l’autore ed un nuovo contenitore narrativo per il lettore; un’ulteriore spazio che si aggiunge, senza sostituirvisi, alle modalità espressive della scrittura tradizionale.
Nella narrazione di un iper-romanzo, ad esempio un giallo, l’autore potrebbe prevedere un differente percorso di lettura per ciascuno dei personaggi principali più, eventualmente, un percorso corrispondente ad un narratore esterno. Il lettore sarebbe dunque libero di selezionare e percorrere uno qualunque di questi percorsi. In alcuni punti della narrazione, predisposti dall’autore, il lettore potrebbe inoltre scegliere di “saltare” da un percorso ad un altro, proseguendo la lettura a fianco di un altro personaggio, oppure ritornare ad un punto precedente e assistere alle medesime vicende vissute e “narrate”, questa volta, da un personaggio differente. L’autore potrebbe anche organizzare l’iper-romanzo in modo che solo alcuni personaggi vengano a conoscenza dell’assassino e dunque solo alcuni tra gli infiniti possibili percorsi di lettura arrivino a svelare nome e volto dell’assassino. Che dire se poi il lettore incappasse nientemeno che nel percorso narrativo della vittima?

di J. Butterfield,
D. Honigmann e P. Parker
Spingendoci ancora più in là con la fantasia, potremmo svincolare l’iper-autore dalla tradizionale struttura narrativa che prevede una vicenda principale attorno alla quale organizzare il romanzo. In questo caso, percorsi di lettura alternativi potrebbero corrispondere a sviluppi diversi ed eventualmente inconciliabili innestati su una struttura narrativa comune. Si arriverebbe quindi ad offrire a ciascun lettore e ad ogni nuova lettura, un romanzo unico e totalmente “personalizzato” sulla base di cammini costruiti, paragrafo per paragrafo.
In questo scenario l’autore perde completamente il controllo sulla sequenzializzazione degli eventi ed in parte anche sulla struttura narrativa del romanzo; nell’istante in cui il lettore “approda” ad un paragrafo dell’iper-romanzo, nessuno può sapere con certezza quali percorsi egli abbia seguito, a quali vicende abbia assistito; all’autore rimane solo la certezza che il lettore si è mosso seguendo i percorsi suggeriti dai riferimenti disseminarti lungo il testo. Questo ridimensionamento del controllo dell’autore sul romanzo è compensato dall’aprirsi di un incredibile numero di nuove possibilità narrative, tutte da inventare ed esplorare. L’iper-romanzo tendere dunque ad assumere sempre più vita propria ed indipendente; come ogni opera d’arte si slega dall’autore che lo ha generato per rivivere con caratteristiche nuove ad ogni lettura.
I ferri del mestiere
Chi non ha familiarità con gli ipertesti si è certamente domandato quali strani strumenti debbano stare nella cassetta degli attrezzi di un iper-autore.
La “vecchia” e rumorosa macchina da scrivere, rievocatrice di tanti autori del nostro secolo, deve essere necessariamente abbandonata?
Dobbiamo veramente rinunciare ad un oggetto che al solo sfiorarlo ci fa sentire o sognare di essere dei veri scrittori?
Che dire poi dei libri come oggetti? Volumi che possono essere, oltre che letti, anche toccati, sfogliati, collezionati, esibiti.
… il percorritore come può logicamente darsi in ciò che si sta percorrendo? Perché? Ma perché non è logicamente sostenibile nessuno spazio che si stia percorrendo privo di percorrere.
Nagarjuna, Le stanze del cammino di mezzo

di Michael Heim
Gli ipertesti possono esistere, come ci hanno dimostrato d’Alembert e Diderot (Encyclopédie, 1751-1780), anche senza il computer, ma certamente raggiungono la loro forma più completa e fruibile solamente se gestiti da un elaboratore. Gestire e visualizzare un ipertesto è un’attività relativamente poco complessa, qualcosa che può essere fatto anche da un computer di piccole dimensioni e di costo limitato. Per quanto riguarda il software le esigenze sono ancora più ridotte: molti programmi per visualizzare e consultare ipertesti sono disponibili gratuitamente; sono gli stessi programmi utilizzati dai “navigatori” di Internet. Disponendo di una copia gratuita di Netscape, Mosaic o Internet Explorer, e di un qualunque editor di testo, come ad esempio il blocco-appunti (notepad) di Windows, si può subito cominciare a scrivere e leggere il proprio primo iper-romanzo.
La tecnica per realizzare un ipertesto è piuttosto semplice: si suddivide il testo in più unità atomiche, analogamente a quanto avviene con le voci di un’enciclopedia, quindi si collegano con un reticolo di riferimenti che da ciascuna unità atomica “puntano” ad altre unità. Scegliendo un opportuno livello di granularità del testo, cioè con blocchetti né troppo brevi né troppo lunghi, e creando i collegamenti tra blocchetti con coerenza e stile da veri narratori, si struttura un vero iper-romanzo.
Per usufruire delle funzionalità del software descritto non è necessario in alcun modo essere collegati ad Internet, un semplice personal computer con Windows installato è sufficiente. Probabilmente sarà utile anche un piccolo manuale descrittivo della sintassi di HTML, il linguaggio che consente di creare con il proprio computer i collegamenti tra le parti dell’ipertesto.
Dall’ipertesto alla ragnatela

di William R. Paulson
L’iper-autore potrebbe limitare i riferimenti ipertestuali in modo che ogni possibile percorso di lettura si sviluppi esclusivamente all’interno dell’ipertesto da lui creato. Volendo invece dilatare ulteriormente le dimensioni di un iper-romanzo si potrebbero inserire riferimenti ad altri ipertesti. Per fare questo è però necessario che l’ipertesto non viva isolato, ma divenga parte di quel grande ipertesto planetario che è oggi Internet. Se quindi l’ipertesto risiedesse su un computer collegato ad Internet, si potrebbe arricchirlo con riferimenti a documenti ipertestuali, immagini o dati presenti su qualunque altro computer collegato ad Internet in qualunque punto del globo. In questo modo l’iper-lettore potrebbe sfuggire lungo percorsi che partendo dall’iper-romanzo proseguono innoltrandosi nella sconfinata ragnatela di Internet.
Scegliendo questa forma di pubblicazione ipertestuale l’iper-romanzo potrebbe anche essere attraversato da imprevedibili percorsi di lettura che partendo da altri ipertesti in un qualche punto del mondo, ne attraversano alcune vicende narrative, per poi riallontanarsi nuovamente verso altri documenti, altre storie, altri iper-romanzi.
Fin qui sono stati affrontati alcuni aspetti della scrittura ipertestuale. Questa tematica ha origini piuttosto recenti. Il termine “ipertesto” (hypertext) fu coniato da Ted Nelson alla fine degli anni 60. Da allora molti progressi sono stati compiuti sia nello studio dei modelli ipertestuali che nella messa a punto di strumenti per la creazione e la lettura di documenti ipertestuali. Oggi finalmente gli ipertesti non sono più strumenti noti ai soli informatici ma il loro uso va diffondendosi in una fascia di utenza molto più ampia. Tra i settori più promettenti, vi è il settore letterario. Chi volesse approfondire queste tematiche per farsi una opinione personale e sperimentare direttamente alcune potenzialità della letteratura ipertestuale prima di accogliere l’invito all’iper-scrittura lanciato nel numero scorso, può trovare molta documentazione. Come al solito molto materiale è accessibile su Internet, ma fortunatamente qualcosa si può trovare anche in libreria ed in una buona biblioteca.
Suggerimenti di lettura
In libreria sono disponibili alcuni interessanti saggi sulla scrittura ipertestuale analizzata in una prospettiva umanistico e letteraria:
- Jay David Bolter, Writing Space: the Computer, Hypertext, and the History of Writing, Hillsdale, New Jersey: Lawrence Erlbaum, 1991.
- Michael Heim, Electric Language: A Philosophical Study of Word Processing, Yale University Press, 1987.
- William Paulson, Noise of Culture: Literary Texts in a World of Information, Cornell University Press, 1988.
- Mark Turner, Reading Minds: The Study of English in the Age of Cognitive Science, Princeton University Press, 1991.
Suggerimenti di iper-lettura
Chi volesse avventurarsi come iper-lettore nelle prime opere sperimentali prodotte da alcuni gruppi di avanguardia, può trovare qualcosa di interessante quasi esclusivamente in lingua inglese. Una casa editrice americana (Eastgate Systems, Inc.), specializzata in letteratura ipertestuale, pubblica alcuni romanzi ipertestuali, acquistabili su Internet all’indirizzo http://www.eastgate.com. Per effettuare un acquisto è necessario essere muniti di carta di credito; è d’obbligo ricordare che gli acquisti su Internet non sono, almeno in via teorica, totalmente sicuri. Ecco alcuni titoli ipertestuali:
- Michael Joyce, Afternoon, a story, 1999 (CD-ROM)
- Shelley Jackson, Patchwork girl, 1995 (CD-ROM)
- Carolyn Guyer, Quibbling, 1992 (Floppy Disk)
- Clark Humphrey, The Perfect Couple, 1996 (Floppy Disk)
- Deena Larsen, Marble Springs, 1993 (Floppy Disk)
Iper-scrittura
Allo stesso indirizzo si possono trovare i riferimenti per strumenti professionali di iper-scrittura, per chi volesse proprio divenire un iper-autore professionale.
Per approfondire gli aspetti informatici dei documenti ipertestuali e degli strumenti per la creazione, gestione e consultazione di documenti ipertestuali consiglio alcuni articoli piuttosto interessanti:
- N. Yaknkelovich e N. Meyrowitz, Reading and writing the electronic book, Computer, Ottobre 1985.
- Communications of the ACM, Febbraio 1994 Vol.37 No.2 (numero monografico della rivista dedicato a “Hypermedia“).
- Communications of the ACM, Agosto 1995 Vol.38 No.8 (numero monografico della rivista dedicato a “Designing Hypermedia Applications“).
Come usare HTML

The Study of English in the Age of Cognitive Science
di Mark Turner
Per quanto riguarda il formato HTML delle pagine Web si possono trovare in libreria abbondanti titoli sull’argomento. È bene fare molta attenzione perché molti di questi sono di qualità decisamente scadente. Non fatevi ingannare da copertine accattivanti e da titoli lusinghieri ma guardate accuratamente il contenuto. Chi utilizza Windows può trovare in rete un completo manuale di HTML, a costo zero, realizzato da Stephen Le Hunte. Il file è disponibile in vari siti Internet, tra cui sul mio PC all’indirizzo pcfolini.eng.unipr.it/htmlib95.hlp. Il numero di tutorial per HTML in Internet non si contano più, molti utilizzano quello all’indirizzo users.aol.com/ahabwest/htmlref/ . La raccomandazione più frequentemente posta ai nuovi iper-autori è quella di non farsi travolgere dalle numerose possibilità grafiche e di impaginazione offerte dal linguaggio HTML ma di concentrarsi soprattutto sulla struttura del racconto, come dire attenti a non divenire degli iper-tipografi.
Un corredo completo di strumenti per iper-autori e iper-scrittori si trova presso l’Università di Castellanza all’indirizzo liuc.it/it/software.htm, un sito gestito da Marco Tagliavini.
Per chi ama curiosare, molto interessante è il sito preparato da Gabriele Garavini all’indirizzo queen.shiny.it/libreria/pub02/gabrihom.html; qui si trovano numerosi riferimenti a letteratura e siti sulle tematiche ipertestuali.