Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh è un romanzo adolescenziale sia come target market che per personaggi e contenuto. La storia è in sè interessante e scritta abbastanza bene. La mia critica principale riguarda la “morale” del romanzo. Il personaggio principale è una ragazza e poi donna che per tutta la sua vita ferisce le persone che le stanno intorno e che le vogliono bene. Lei ha certamente delle buone ragioni per farlo, se accettiamo che avere avuto un’infanzia infelice sia un buon motivo per tormentare chi ci circonda e ci ama.
Se abbiamo avuto un passato difficile e tormentato, pare essere il messaggio di questo volume, allora abbiamo acquisito il diritto a ferire gli altri, inclusi coloro che più ci amano. Se esiste una via d’uscita da questo circolo vizioso, ci suggerisce l’autrice tra le righe del romanzo, non passa attraverso la nostra maturazione e il superamento del nostro ruolo di vittima, ma attraverso la pazienza infinita e l’amore non solo illimitato ma anche incondizionato di coloro che ci stanno intorno. Un amore in qualche modo dovuto, mai meritato. E anche qualora chi ci circonda disponesse di pazienza illimitata e inesauribile di amore, saremmo giustificati nel perpetuare la nostra condizione di sofferenza e nel continuare a ferire gli altri. Dunque chi è stato ingiustamente ferito o maltrattato avrebbe ricevuto in virtù di questa sua sventura una sorta di lasciapassare a vita che lo autorizza a maltrattare le persone vicine, causando loro e a sè stesso soffrenze inutili e senza ragione.
Non credo che questo sia un messaggio positivo e non mi sento di condividerlo. Una simile attitudine non aiuta a rompere il circolo vizioso di violenza che sovente si tramanda di generazione in generazione con grandi sofferenze. È mia profonda convinzione che siamo tutti responsabili delle nostre azioni, anche quando le condizioni ci sono particolarmente avverse. Assumerci le nostre responsabilità è l’unico modo per trasformare noi stesse da vittime in costruttori e protagonisti della nostra esistenza. Ovviamente, il supporto delle persone che ci circondano e ci amano rimane fondamentale per aiutarci a compiere questa transizione, ma il nostro contributo e la nostra volontà sono essenziali e non possono mai venir meno.