Articolo apparso nel numero di aprile 2023 del Giornalino della ProLoco di Chiuro.
Ho sempre saputo che leggere dei buoni libri aiuta, oltre ai tanti benefici, ad arricchire il nostro vocabolario e che un buon vocabolario ci aiuta a pensare meglio e più a fondo. Un incontro casuale e informale che ho avuto oggi mi ha spinto a riconsiderare questi temi. Vorrei condividere con voi alcuni di questi miei pensieri.
È una tiepida mattina di fine gennaio. Dopo una piacevole camminata tra le vigne mi fermo a riposare ai tavolini del bar per un meritato cappuccino e croissant. Al mio fianco c’è un gruppetto, tre ragazzi e una ragazza. Età tra i 20 e i 25 anni. Dalle loro sigarette si alzano nuvole di fumo che lentamente invadono i tavolini degli altri avventori. I ragazzi hanno le spalle ricurve e il capo abbassato, ciascuno sul proprio telefonino. Ogni tanto uno del gruppo solleva la testa ed esclama qualcosa del tipo “Porca pu**ana!” e senza aggiungere altro riabbassa la testa. Dopo pochi secondi, gli altri gli rispondono a turno con esclamazioni simili “Eh… ca**o!”, “Fi*a!”. Passano alcuni minuti di silenzio quando, improvvisamente, un altro membro del gruppo risolleva la testa esternando un “Porco mondo!”. Gli altri gli vanno dietro a catena con brevi cenni di conferma accompagnati da nuove e colorite esclamazioni.
Non conosco quali siano i temi di attualità o intrattenimento che stanno tenendo questi personaggi incollati ai loro cellulari. Non li giudico per questo. Anche io passo molto tempo sui social, forse troppo. Come loro, mi capita di immergermi nel mondo online isolandomi da ciò che mi circonda.
Mentre ascolto, mio malgrado, le brevi conversazioni dei ragazzi, i miei pensieri si avventurano in nuove riflessioni. Mi torna alla mente un concetto frequentemente citato da linguisti e psicologi: i nostri pensieri possono essere profondi solo quanto sono profonde le parole che conosciamo. Se, ad esempio, ho familiarità con la parola empatia, mi risulterà più facile notare ed empatizzare con le fatiche e le sofferenze delle persone che mi stanno attorno. Se invece non conosco questa parola, inevitabilmente tenderò ad essere un poco più egocentrico e meno permeabile alle sofferenze altrui. sappiamo tutti che ci sono persone particolarmente sensibili le quali, indipendentemente dalla ricchezza del loro lessico, hanno una innata la capacità di percepire le emozioni degli altri. Per me e per molti di voi, conoscere e imparare a usare parole come empatia può fare la differenza.
Le parole hanno il potere di cambiare il modo con cui guardiamo al mondo circostante dando vigore e profondità al nostro pensiero. Vi sono parole che descrivono concetti positivi come “comunità” e parole che si riferiscono a situazioni negative come “violenza domestica”. Grazie alle parole possiamo guardare la realtà con occhi nuovi. È come indossare potenti occhiali. Un vocabolario più ricco ci aiuta a vedere ben oltre il nostro naso, a distinguere i dettagli nelle zone di penombra, dandoci accesso a più informazioni. Ci aiuta anche a sperimentare un più ricco ventaglio di emozioni. Grazie a un ricco vocabolario saremo più consapevoli e meglio preparati per capire con serenità chi siamo, che ruolo vogliamo assumere nel mondo in cui viviamo, e chi vogliamo diventare. Questa importante e nuova consapevolezza avrà un impatto anche sui modi con cui interagiamo con la nostra famiglia e la nostra comunità. Secondo recenti studi, l’italiano medio riconosce circa 6500 parole ma ne usa meno di 2000, con alcune persone che sopravvivono usando un vocabolario ristrettissimo di sole 500 parole. Un numero incredibilmente piccolo che inevitabilmente limita lo sviluppo emotivo e intellettuale di queste persone.

Dopo questa riflessione torno a sbirciare cosa fanno i quattro ragazzi seduti al tavolino al mio fianco. Li osservo e mi domando quali pensieri stiano passando nelle loro teste, cosa stanno rimuginando. Non voglio in alcun modo giudicarli né trarre conclusioni azzardate o premature sulla dimensione del loro vocabolario o sulla profondità dei loro pensieri. Sono invece preoccupato che il linguaggio che ho ascoltato sia un segnale di problemi ben più importanti. Se le poche parole che si sono scambiati fossero un campione significativo del loro lessico quotidiano, ci troveremmo davanti a un gruppo di persone che sperimentano difficoltà nel formulare e articolare pensieri ed emozioni complesse.
Se conoscere e utilizzare più parole ci aiuta a pensare meglio e a usare di più la nostra intelligenza, cosa possiamo fare per coltivare e ampliare il nostro lessico? Diciamo subito che è inutile mettersi a sfogliare un grosso dizionario la sera prima di dormire. Questi libroni oltre ad essere troppo pesanti da leggere a letto, sono anche terribilmente noiosi. Ci sono però due semplici cose che possiamo fare senza eccessivo sforzo.
La prima, riguarda il curare e migliorare le nostre conversazioni quotidiane, chiunque siano gli interlocutori. Proviamo a sostituire parole ed espressioni generiche con parole più specifiche. Se ad esempio stiamo descrivendo qualcosa che ci piace, evitiamo di dire semplicemente “mi piace”. Proviamo invece a descrivere meglio le sensazioni che questa cosa suscita in noi, specificando se di quella cosa apprezziamo il sapore, la forma, il profumo, ciò che simboleggia o come ci fa sentire. Ma senza esagerare, non vogliamo risultare pedanti e noiosi. Grazie a questo piccolo sforzo quotidiano, gradualmente riusciremo a comunicare meglio con gli altri. Sono certo che le persone che ci stanno attorno impareranno ad apprezzarci di più e alcuni ci ricercheranno per il solo piacere di conversare con noi. La seconda cosa che possiamo fare per migliorare il nostro vocabolario è leggere dei buoni libri, di narrativa o saggistica, non importa. La lettura espande il nostro vocabolario. Abbiamo la fortuna di avere in centro a Chiuro una bella biblioteca con un ricco catalogo di circa 25 mila volumi. Se non ci siamo mai stati o non abbiamo avuto occasione di fermarci, allora domani è un buon giorno per una prima visita o per ritornare in biblioteca. Le bibliotecarie sono gentilissime e, se serve, saranno felici di aiutarci nella scelta di un buon libro. Prendiamo un volume in prestito, portiamolo a casa e iniziamo a leggerlo. Sarà il primo importante passo di un piacevolissimo percorso di crescita personale che arricchirà non solo il nostro vocabolario, ma anche i nostri pensieri e le nostre emozioni.
