Ogni volta che ascolto un religioso o un teologo parlare di fede o scienza provo una forte irritazione. Ciò che mi dà fastidio è principalmente l’immancabile salto logico tra le premesse del discorso e le prevedibili conclusioni, e come questo salto viene presentato come inevitabile. In particolare i religiosi americani con cui per ragioni geografiche e di lavoro mi trovo a interagire, sono in genere di bassissimo livello culturale e assolutamente insopportabili nelle loro certezze.
Con queste poco rosee aspettative ho iniziato la lettura del volume Disputa su Dio e dintorni di Corrado Augias e Vito Mancuso. Sono stato rapidamente catturato e piacevolmente sorpreso dalla discussione tra Augias e Mancuso. In particolare mi ha sorpreso Mancuso, la sua intelligenza e onestà intellettuale, la sua capacità di condividere il suo credo religioso con sincera passione ma senza mai imporlo al lettore.
Ovviamente questo non mi ha fatto ritornare cattolico, ma mi ha ridato la speranza che possa esistere una religione che sappia guardare la realtà con un sincero desiderio di capire e non con lo scopo di trovare o imporre conferme a uno schema e un credo predefiniti.
Due piccole note negative: Mancuso scivola un poco sull’evoluzione (sostenendo erroneamente, e in linea con la comune credenza popolare, che l’evoluzione è sempre diretta verso la generazione di organismi via via più complessi) e non mi è piaciuto come liquida in sole due righe con un po’ troppo di arroganza le opinioni di Richard Dawkins circa il contenuto della bibbia.
Come sempre bravissimo Corrado Augias che avrei preferito un poco più tagliente.
Nel complesso un ottimo libro pieno di stimoli e piacevolissimo da leggere.
